L’Europa sembra ormai avviata
verso la totale accettazione dell’adozione da parte di single e di coppie di
fatto lasciando presagire che presto l’Italia dovrà adeguare la propria
normativa in materia.
Inoltre, spesso in occasione
della chiusura degli orfanotrofi si è tornati a parlare del problema dei
bambini abbandonati e della necessità di aggiornare la normativa che regola
l’adozione al fine di abbreviare ed ottimizzare i tempi per la realizzazione
del progetto adottivo.
Senz’altro tutti i genitori adottivi
che abbiano “subito” il lungo iter burocratico per arrivare all’adozione, sperano
che presto venga fatto qualcosa. E’ un desiderata comune, infatti, proprio la
revisione di tutta la normativa nazionale sia in termini di semplificazione
amministrativa, sia in termini di snellezza di procedure , sia in termini di
riduzione dei tempi di attesa e dei costi.
Sicuramente l’apertura alle
coppie di fatto, considerato l’attuale ritardo delle coppie in genere ad
arrivare al matrimonio e le diverse scelte possibili, potrà facilitare qualche
adozione in più rispetto alle attuali e forse non è negativa anche l’apertura
alle adozioni da parte di single per evitare la permanenza nelle case famiglia
dei minori abbandonati.
Le difficoltà economiche che oggi
i giovani incontrano quando decidono di costruire un nucleo familiare possono
solo aggravarsi con il diventare genitori, anche se in questo caso non cambia
essere genitori naturali o adottivi.
Inoltre, è noto l’elevato numero
di coppie in attesa di adozione che non riescono a veder realizzato il loro
percorso sia in ambito nazionale che internazionale, coppie che aspettano ormai
da anni con i decreti di idoneità già ufficiali ma che fanno parte di lunghe
liste di attesa spesso causate da motivazioni poco chiare e trasparenti: la difficoltà di adottare
minori italiani e i molteplici vincoli che altri stati impongono per i minori
stranieri.
Infine la riflessione più
importante è quella che nasce dalla personale esperienza di adozione che rende
quotidianamente indispensabile la presenza di una coppia affiatata, salda e stabile che riesca ad affrontare le
precipue difficoltà scaturenti dalla genitorialità adottiva.
La contestuale presenza del padre
(uomo) e della madre (donna) sono fondamentali per la crescita equilibrata del
minore che ha subito l’abbandono da parte della figura materna, che non ha
quasi certamente vissuto alcun rapporto con la figura paterna e che deve
rapportarsi ad un adulto per poter costruire la propria individualità. E’
indispensabile che l’adulto di riferimento riesca a comunicare stabilità
emotiva e psicologica e riesca a dare le certezze necessarie affinché il minore
si senta accettato, protetto, amato e accompagnato nella sua crescita
psicofisica.
Pur ritenendo in linea di
principio che, per un bambino abbandonato, sia meglio essere comunque adottato,
anche da un solo genitore o da una tipologia particolare di coppia, piuttosto
che rimanere in istituto senza specifici rapporti affettivi; va affermato con
forza che, prima di queste adozioni alternative, dovrebbero essere
completamente esaurite le liste di attesa da parte di famiglie “secondo natura”
e, solo quando per il minore non vi fosse altre possibilità, scegliere
soluzioni diverse.
Alla base di questa affermazione
l’esperienza personale di genitori adottivi di minori già grandi che nel giro
di pochissimo tempo dall’essere diventati genitori si sono dovuti scontrare con
le problematiche della filiazione adottiva “aggravate” da quelle tipiche dell’adolescenza.
In primo luogo, perché il minore
adottato avendo sofferto principalmente l’abbandono da parte della madre è
quindi portato a contestare e a difendersi , per paura di un nuovo
abbandono, dalla nuova figura materna.
Questo fatto nella vita di tutti
i giorni rende indispensabile la figura maschile, paterna, che diventa il solo
tramite con il femminile e che riesce, attraverso la dimostrazione di amore e
fiducia nella madre, a far si che il figlio impari a fidarsi e ad amare di
nuovo senza timore.
In secondo luogo d’altra parte,
l’eventuale assenza di una figura femminile, materna, nella vita del minore
abbandonato impedirebbe il superamento del trauma iniziale e non favorirebbe il
riformarsi del rapporto di amore e fiducia verso la parte femminile di sé
stesso e del mondo necessaria alla crescita equilibrata del minore.
genitoriadottivi@yahoo.it
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